lunedì 25 gennaio 2016

Presentazione Granfondo di Sant'Angelo - Domenica 3 Aprile 2016

Giunta alla settima edizione, la Granfondo di Sant’Angelo ha raggiunto un posizione di rilievo nel panorama delle granfondo italiane con l’inserimento nel circuito della Coppa Lombardia come prova di apertura.

Fortemente voluta dal presidente Vittorio Ferrante che ha voluto creare da zero una manifestazione che collegasse il territorio lodigiano con le colline dell’Oltrepò Pavese e del Piacentino ricalcando e facendo conoscere i percorsi che fanno solitamente i ciclisti locali.

Dalle prime edizioni, i percorsi proposti sono sempre stati in evoluzione cercando di mantenere la bellezza dei paesaggi collinari dei luoghi attraversati e la necessità di trovare strade adeguate al traffico ciclistico. Dato il territorio pianeggiante, la caratteristica di questa Granfondo è quella di avere un tratto iniziale veloce, adatto ai passisti, una parte centrale ricca di salite in sequenza, non durissime se prese singolarmente ma che nel complesso mettono a dura prova la resistenza dei partecipanti. Lungo il percorso si alternano inoltre strappi corti e ripidi a lunghi falsopiani, caratteristiche che avvantaggiano atleti abituati al cambio di ritmo. La parte finale per tornare a Sant’Angelo Lodigiano è per forza di cose pianeggiante ma è ugualmente impegnativa se non ci si è risparmiati nelle prime fasi di gara. Per motivi di sicurezza, dall’ultima edizione 2015 si è inserito poco dopo la partenza un piccolo passaggio attraverso la collina di Miradolo che consente di allungare il gruppo creando un minimo di selezione ed evitare di arrivare alla prima salita tutti assieme ad altissima velocità. Per lo stesso motivo, al ritorno dopo il ponte di Spessa Po si abbandona la strada principale trafficata per svoltare a destra e passare dal più tranquillo e paesaggisticamente migliore paesino di San Zenone Po che ha dato i natali all'illustre Gianni Brera, per poi riprendere la statale dopo Corteolona fino a Santa Cristina. Da qui all’arrivo si trovano strade ampie e bene asfaltate per poi dare un’ultima stilettata alle gambe dei ciclisti a pochi Km da traguardo dove gli atleti troveranno, come nelle famose corse delle Ardenne una piccola ma impegnativa “Cote” che segnerà la fine delle fatiche. Da li in poi infatti la strada punta in leggera discesa e finalmente si può tagliare il traguardo.


…e come nella più famosa “decana” delle Classiche, difficilmente all’arrivo si vedranno gruppi numerosi.
"Quando la strada sale non ti puoi nascondere" (cit. Eddy Merckx)

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